10.12.2019
Partendo da queste indicazioni della Direttiva macchine, l’Istituto elvetico per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni ( Suva) ha prodotto un opuscolo dal titolo “Valutare e ridurre i rischi. Metodo Suva per le macchine. Guida alla valutazione e alla riduzione del rischio per i fabbricanti e i responsabili dell'immissione in commercio” che spiega come soddisfare i requisiti della Direttiva macchine applicando una specifica procedura di valutazione e riduzione del rischio.
Ci soffermiamo oggi sui seguenti argomenti:
Riguardo alla procedura proposta si indica innanzitutto che nell'ambito della valutazione e della riduzione del rischio, “si deve sempre distinguere tra una procedura effettuata con o senza una norma di tipo C elencata”.
Ricordiamo che le norme di tipo C contengono specifiche per una particolare categoria di macchine e il termine «norma elencata» viene utilizzato nella pubblicazione per indicare una norma armonizzata attualmente pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.
La procedura senza norma di tipo C elencata va suddivisa nelle seguenti fasi:
Riportiamo dal documento lo schema di processo senza una norma di tipo C elencata:
L’esecuzione della procedura con norma di tipo C elencata è, in realtà, sostanzialmente identica a quella senza norma di tipo C, ma le “differenze sono rilevate nelle singole fasi”:
Questo lo schema di processo con norma di tipo C elencata:
Ci soffermiamo ora sulla prima fase della procedura, la determinazione dei limiti della macchina.
Infatti per eseguire la valutazione del rischio “occorre anzitutto determinare i limiti della macchina, tenendo conto di tutte le fasi del suo ciclo di vita. Devono essere elencate tutte le fasi di tale ciclo, quali trasporto, messa in funzione, uso, messa fuori servizio e smaltimento, nonché tutte le modalità di funzionamento richieste dall'uso previsto, come regolazione, pulizia, manutenzione”.
In particolare si indica che i limiti d'uso da determinare comprendono:
Inoltre “si registrano tutte le persone che effettuano interventi sulla macchina o che entrano in contatto con la macchina nelle diverse fasi del ciclo di vita come pure nelle diverse modalità di funzionamento. Occorre identificare le caratteristiche principali di queste persone, come sesso, età, corporatura, forza, eventuali capacità fisiche limitate (problemi di vista o udito), se si tratta di destrimani o mancini. Occorre definire anche la formazione degli operatori e degli specialisti eventualmente necessari”.
E bisogna considerare “anche che i non addetti alle macchine (terzi) possono essere esposti, ad esempio, al rumore dei macchinari in un capannone di produzione”.
Bisogna poi “determinare il settore d'impiego della macchina, ovvero se è destinata all'uso industriale, non industriale o domestico”.
In relazione all’uso delle macchine segnaliamo che il documento riporta alcuni esempi relativi a fasi del ciclo di vita e modalità di funzionamento di una macchina da produzione fissa.
Ma la determinazione dei limiti riguarda anche i limiti di spazio e di tempo.
Il documento indica, infatti, che bisogna “riportare in un disegno di progetto i limiti di spazio, tenendo conto dei seguenti aspetti:
Inoltre “in presenza di più persone, le cui funzioni si influenzano reciprocamente e direttamente, è opportuno effettuare un'unica valutazione del rischio, ossia è necessario determinare un unico limite intorno a queste macchine”.
Veniamo ai limiti di tempo.
È necessario determinare il «limite del ciclo di vita» della macchina e “stabilire quindi la durata di quei componenti che non equivalgono al ciclo di vita della macchina, come attrezzature, parti soggette a usura, componenti elettromeccaniche, ecc”.
Anche in questo caso – continua il documento – “bisogna considerare sia l'uso previsto sia l' uso scorretto ragionevolmente prevedibile”.
Su questa base si possono “fissare gli intervalli di manutenzione raccomandati, in modo da identificare le parti che devono essere sostituite per consentire alla macchina di rimanere perfettamente funzionante e sicura per l'intero ciclo di vita”.
Sono riportati, infine, degli esempi di altre tipologie di limiti:
Nel documento è riportato un esempio dei vari limiti riscontrabili con riferimento ad una sega circolare.
Concludiamo segnalando che il documento di Suva presenta, sempre con riferimento a quanto richiesto dalla Direttiva macchine, altri dettagli delle fasi di valutazione presentate nell’articolo (identificazione dei pericoli, stima del rischio, ponderazione del rischio, riduzione del rischio).
N.B.: Se alcuni riferimenti legislativi e alcune indicazioni contenute nei documenti di Suva riguardano la realtà elvetica, i suggerimenti indicati e le informazioni riportate sono comunque utili per migliorare la valutazione e la riduzione dei rischi correlati all’utilizzo delle macchine.
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Suva, “ Valutare e ridurre i rischi. Metodo Suva per le macchine. Guida alla valutazione e alla riduzione del rischio per i fabbricanti e i responsabili dell'immissione in commercio”, a cura di Mauritius Bollier (Settore tecnica), edizione marzo 2017 (formato PDF, 1.02 MB).