18.10.2019
Perché la cultura della salute e sicurezza sul lavoro permei le persone e le aziende è importante che ciascuno abbia interiorizzato e maturato “consapevolezza sui temi chiave della salute e sicurezza”, quali il “concetto di rischio, pericolo, danno, prevenzione, protezione, etc”. Perché poi questo avvenga “è necessario iniziare prestissimo a seminare”, investendo “nella promozione della cultura della salute e sicurezza in tutte le scuole di ogni ordine e grado, con la finalità di far inserire SSL nei curricula scolastici, prevedendo un diretto coinvolgimento dei docenti”.
A ricordarlo, e a fare vari esempi progettuali e proposte per migliorare la promozione della cultura della SSL a partire dalla scuola, è un contributo ad un incontro - dal titolo “In-ter-vi-stà-ti In-ter-vi-stà-ti” - organizzato a Milano il 20 novembre 2018 dal Coordinamento tecnico interregionale salute e sicurezza sul lavoro.
Nell’intervento di Maria Grazia Fulco (ATS CM Milano) si segnala che l’ATS Milano Città metropolitana ha fatto esperienza di quanto sia importante impegnarsi per la promozione della cultura della salute e sicurezza nelle scuole, ma anche “di quanto sia difficile e complesso trovare accoglimento da parte delle istituzioni scolastiche di quanto proposto, nonostante la bellezza del processo gli insegnanti vivono ciò come l’ennesima aggiunta al proprio lavoro”.
Tuttavia – come già indicato a inizio articolo – “per far maturare una cultura della prevenzione sui luoghi di lavoro unitaria, condivisa e capillare, come auto ed etero tutela del singolo e della collettività è strategico e necessario coinvolgere il mondo della scuola che forma gli individui fin dalla tenera età”. E per superare le difficoltà l’intervento propone “un cambio di prospettiva”: coinvolgere direttamente ilMIUR (Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca) per “promuovere l’inserimento di SSL nei curricula scolastici in tutte le scuole di ogni ordine e grado”.
Si propone dunque di stringere un’alleanza “fra Dipartimento di Prevenzione e Miur in modo che venga condivisa la mission di formare gli insegnanti in merito alla formazione generale in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro, già con l’ottica che questi possano ritrasferirla ai propri studenti, con metodologie didattiche opportune da loro elaborate ed inserirla nei curricula scolastici”.
Questo – continua il contributo – “è un processo lungo su cui sia MIUR sia i Dipartimenti di prevenzione con i propri Psal è necessario che investano se si vuole concretamente alzare il livello di sensibilità e di consapevolezza sociale in tema di SSL”. E a fronte di questa collaborazione fra enti “non si prevedono aggravi economici per le scuole e si auspica di ottenere un sistema omogeneo di conoscenza”.
Nell’ìntervento di Maria Grazia Fulco non si affronta solo il tema dei “sistemi di conoscenza” e del ruolo delle scuole, ma anche quello della promozione, nei luoghi di lavoro, della cultura e sensibilizzazione “in merito ai rischi psicosociali emergenti, in particolare burn-out e rischio di aggressione nei settori della sanità (ad es. Ospedali /guardie mediche/assistenti sociali/ RSA) e della scuola”.
A questo proposito si segnala che varie ricerche evidenziano come “i rischi psicosociali siano in costante ascesa e di grande attualità” e si ricorda che l’art. 17 D.Lgs. 81/2008 prevede che il datore di lavoro “debba valutare tutti i rischi, per cui anche quelli emergenti quali il burn-out, che riguarda tutte le professioni di aiuto ed il rischio da aggressione, molto avvertito in sanità”.
Rischi che, se non contrastati, “potranno dare origine a quadri di patologia conclamata con costi altissimi per le aziende e per la società in termini di perdita di forze lavoro, richiesta di risarcimenti, aumento della spesa sanitaria per le cure, etc”.
E dunque è opportuno “porsi in una logica di conoscenza e di prevenzione attraverso una giusta modulazione dell’attività di controllo tra ‘enforcement’ ed ‘empowerment’. Pertanto nei settori che sappiamo essere a rischio è necessario impegnarci in una campagna di informazione e sensibilizzazione per promuovere azioni che possano contrastarli”.
Rimandiamo alla lettura integrale del contributo che riporta alcuni consigli pratici per questa importante campagna di informazione e sensibilizzazione.
Per tornare invece a parlare di inserimento curricolare della Salute e Sicurezza sul lavoro nei programmi scolastici, possiamo fare riferimento, sempre in relazione all’incontro milanese dello scorso novembre, all’intervento di Sergio Piazzolla e Giorgio Luzzana (ATS Bergamo).
Nel contributo si parte da due premesse:
E si ritiene, dunque, che che “l’insegnamento della cultura della salute e sicurezza sia da attivare fin da bambini e proseguire poi nelle età adolescenziali e giovanili, attraverso la scuola”:
Si ha a che fare, dunque, con un insegnamento di una "Cultura della sicurezza“che interessa tutte le 5 classi ed è integrato nei normali ‘programmi scolastici’, cioè ogni docente veicola parte degli argomenti attraverso i contenuti e le modalità proprie della sua disciplina. Questa è la sostanziale novità”.
L’intervento elenca poi i vari vantaggi di un tale coinvolgimento delle scuole nell’insegnamento della cultura della salute e sicurezza:
Si indica poi, in definitiva, cosa servirebbe per attuare questo coinvolgimento:
Tiziano Menduto
Articolo tratto da puntosicuro.it