News

06.03.2019

“Compressioni toraciche e defibrillazione precoce sono i maggiori determinanti nel favorire la sopravvivenza da arresto cardiaco in sede extra-ospedaliera”. Ed infatti le linee guida internazionali delle maggiori società scientifiche di riferimento “raccomandano la diffusione sul territorio dei DAE” (i defibrillatori semiautomatici esterni) e la formazione dei cittadini al BLSD (Basic Life Support – Defibrillation) già a partire dalla scuola.

 

A sottolinearlo e a soffermarsi sulla defibrillazione precoce e sull’uso dei defibrillatori semiautomatici esterni è la pubblicazione “ Il primo soccorso nei luoghi di lavoro” elaborata dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail e a cura di Bruno Papaleo, Giovanna Cangiano, Sara Calicchia e Mariangela De Rosa (Inail). Una pubblicazione che, è bene ricordare, si presenta come supporto didattico e non può sostituire un corso di formazione che preveda delle esercitazioni pratiche, così come definito dall’art.45 del d.lgs. 81/2008 e dal d.m. salute 388/2003.

 

Il documento non solo si sofferma sulla sequenza di BLSD nell’adulto, sulla sequenza delle manovre da compiere per intervenire in caso di arresto cardiaco (con riferimento a quanto riportato nelle linee guida dell’International Liason Committee on Resuscitation (ILCOR) e European Resuscitation Council (ERC) 2015), ma riporta anche utili informazioni sui defibrillatori e sulla defibrillazione precoce in ambito lavorativo.


 

Conoscere i defibrillatori semiautomatici

Il documento indica che “collocare DAE e diffondere le manovre di BLSD nei luoghi di lavoro può contribuire alla promozione della cultura dell’emergenza presso la popolazione generale e favorire la sopravvivenza dei lavoratori in caso di arresto cardiaco, soprattutto nei luoghi di lavoro a più alto rischio o isolati”. Ma cos’è un DAE?

 

Il defibrillatore semiautomatico esterno è “uno strumento portatile in grado di analizzare il ritmo cardiaco ed erogare una scarica elettrica al cuore per rimetterlo in ritmo. Può essere usato anche da personale non sanitario perché riconosce senza errore i casi in cui la scarica è necessaria e non interviene se la terapia elettrica non è indicata con assoluta certezza. Pertanto non spetta al soccorritore fare la diagnosi, ma egli deve solo seguire le indicazioni dettate dalla macchina. L’unica accortezza da avere è quella di non toccare il paziente durante l’analisi e la scarica e di fare sicurezza intorno”.

 

Il documento indica che i DAE presentano generalmente le seguenti caratteristiche:

  • “un tasto verde per l’accensione. In alcuni modelli l’accensione è attivata dall’apertura dell’involucro dell’apparecchio;
  • un tasto rosso per l’erogazione della scarica elettrica;
  • un altoparlante che scandisce le istruzioni all’operatore;
  • un connettore per il collegamento degli elettrodi;
  • una confezione di elettrodi adesivi monouso da applicare sul torace delle vittime”.

Si segnala poi che il DAE funziona “con batterie di lunga durata, non necessita di manutenzione particolare salvo il posizionamento in un ambiente asciutto e il controllo della scadenza della batteria e degli elettrodi”. 

 

Nel documento Inail, che vi invitiamo a visionare integralmente e che riporta le indicazioni sull’effettuazione della defibrillazione precoce con DAE all’interno dell’intera sequenza BLSD nell’adulto, ci si sofferma anche sulle modalità di interpretazione delle indicazioni del DAE.

 

Riportiamo dal documento un’immagine esemplificativa di un DAE:

 

 

I defibrillatori e la normativa nazionale

A livello normativo nel nostro Paese l’utilizzo dei DAE, anche da parte di personale non sanitario, “è consentito dalla Legge 3 aprile 2001, n. 120 ‘Utilizzo dei defibrillatori semiautomatici in ambiente extraospedaliero’.

Inoltre il D.M. salute del 18 marzo 2011 raccomanda, “sulla base dell'afflusso di utenti, dei dati epidemiologici e di specifici progetti, l'opportunità di dotare di DAE le aree con particolare afflusso di pubblico e quelle con particolari specificità come luoghi isolati e zone disagiate, anche con bassa densità di popolazione come:

  • luoghi in cui si pratica attività ludica o sportiva (auditorium, cinema, stadi, centri sportivi, parchi di divertimento);
  • luoghi pubblici (scuole, università, uffici);
  • luoghi ad alto afflusso di persone (aeroporti, stazioni ferroviarie, centri commerciali, alberghi, ristoranti, ipermercati);
  • luoghi ad alto rischio, come le strutture industriali, oppure zone isolate dove è più difficile far arrivare i soccorsi, come impianti di perforazione, cantieri di costruzione, piattaforme marine ecc.

 

E più recentemente – continua il documento Inail - il decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158 ‘Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute’ (attuato attraverso il d.m. salute 24/04/2013 e il d.m. salute 26/06/2017) ha previsto “l'obbligo della presenza di DAE in tutti gli impianti sportivi ove si effettui attività sportiva professionistica o dilettantistica”. 

In particolare, come ricordato nel documento, il DAE “dovrebbe essere posizionato in maniera tale da garantire l’intervento entro 5 minuti”. E “per garantire un accesso rapido è necessario che sia chiara a tutti, sia ai lavoratori che ai visitatori, la presenza di un defibrillatore. Esistono a tal fine una segnaletica internazionale e delle teche che è consigliabile utilizzare per rendere visibile e contenere il DAE”.

 

Riguardo, invece, alle attività formative, è previsto che le Regioni, “anche avvalendosi del sistema dell’emergenza territoriale, provvedano a disciplinare l’erogazione dei corsi di formazione e di addestramento per i soccorritori non medici, la definizione dei programmi di formazione, l’aggiornamento, la verifica e le modalità di certificazione”.

Una circolare del Ministero della salute del 16/05/2014 ha “rilasciato indirizzi in merito ai corsi e al rilascio dell’attestato per esecutori, indicando in particolare:

  • requisiti minimi per l’accreditamento dei soggetti/enti abilitati alla formazione;
  • requisiti minimi per gli istruttori di BLSD;
  • caratteristiche del corso di formazione BLSD per non sanitari;
  • rilascio e validità delle autorizzazioni all’utilizzo del DAE;
  • obblighi di comunicazione alle strutture competenti.

 

In relazione poi al mondo del lavoro, il percorso didattico specifico al BLSD può essere inserito “all’interno dei corsi di formazione per addetti al primo soccorso, nei quali è previsto un modulo dedicato all’emergenza e alla rianimazione cardiopolmonare”.

E chiaramente questi corsi di BLSD, anche grazie al modello didattico sviluppato dagli organismi internazionali, “possono svolgere una funzione essenziale nella diffusione della cultura dell’emergenza nei luoghi di lavoro ed è quindi consigliabile coinvolgere il maggior numero di lavoratori interessati”.

Per formare poi il personale all’utilizzo del DAE con rilascio di attestato “è necessario rivolgersi ad un ente formatore accreditato che provvederà a svolgere il corso, secondo quanto indicato dalla normativa e dai regolamenti regionali. I corsi devono obbligatoriamente prevedere una parte pratica con l'impiego di un manichino e di un DAE simulatore, che permettano di riprodurre tutte le manovre di rianimazione cardiopolmonare di base e la defibrillazione. La formazione deve avvenire in piccoli gruppi (rapporto 1:6) e con istruttori qualificati. Al termine del corso viene rilasciato l’attestato di esecutore, previa valutazione delle abilità pratiche conseguite mediante skill test”. 

 

In conclusione riprendiamo dal documento Inail un breve riepilogo del quadro normativo:

  • Decreto del Ministro della salute 26 giugno 2017, Linee guida sulla dotazione e l'utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita da parte delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche;
  • Circolare del Ministro della salute 16 maggio 2014, Indirizzi in merito ai corsi di formazione finalizzati al rilascio di un attestato di autorizzazione all’impiego del DAE a personale non sanitario;
  • Decreto del Ministero della Salute del 24 aprile 2013, Disciplina della certificazione dell'attività sportiva non agonistica e amatoriale e Linee guida sulla dotazione e l'utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita;
  • Decreto interministeriale 18 marzo 2011, Determinazione dei criteri e delle modalità di diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni di cui all’art. 2, comma 46, della legge n. 191/2009;
  • Legge 3 aprile 2001, n.120, Utilizzo dei defibrillatori semiautomatici in ambiente extraospedaliero. 

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, “ Il primo soccorso nei luoghi di lavoro”, a cura di Bruno Papaleo, Giovanna Cangiano, Sara Calicchia e Mariangela De Rosa (Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale), coordinamento scientifico di Bruno Papaleo, edizione 2018 (formato PDF, 23,06 MB).

 

Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ L’organizzazione del primo soccorso nei luoghi di lavoro”.

 

Leggi gli altri articoli di PuntoSicuro sul primo soccorso

 



Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.


Articolo tratto da puntosicuro.it