14.11.2019
I luoghi di lavoro relativi al comparto della logistica sono spesso caratterizzati da “fabbricati di notevole estensione in pianta” che generalmente “non risultano dotati di impianti di riscaldamento per la stagione invernale e impianti di raffrescamento per la stagione estiva”.
E le aperture presenti nei fabbricati per consentire un’aerazione dei locali “non risultano sempre efficaci nella stagione calda sia per i notevoli volumi che rappresentano i comparti interni ai fabbricati sia per la possibilità di garantire le aperture per la sicurezza dei beni contenuti, viceversa nella stagione fredda la continua apertura delle baie può comportare la presenza di correnti fredde”. Inoltre le varie tipologie di lavoro del comparto possono prevedere “sia lavoratori che si muovono in modo costante all’interno delle strutture, generalmente carrellisti, sia addetti che operano in postazione fissa o semifissa, addetti al picking, al confezionamento o al controllo”. E la possibile mancanza di impiantistica “legata al riscaldamento o al raffrescamento unitamente alla tipologia di lavoro svolto all’interno dei fabbricati comporta delle problematiche relative al microclima”.
A presentare in questi termini il rischio microclimatico nel comparto della logistica è un documento che è stato presentato in un intervento che si è tenuto al convegno “lA SICUREZZA IN LOGISTICA: DENTRO E FUORI DAL MAGAZZINO” nell’ambito delle Settimane della Sicurezza 2018 organizzate dall'Associazione Tavolo 81 Imola (Castel San Pietro Terme, 21 novembre 2018).
Nell’intervento a cura dell’Ing. Cinzia Obici (UOC Prevenzione e Sicurezza degli ambienti di Lavoro dell’Azienda USL di Imola), tra i materiali di utilità per le aziende del settore è stato infatti presentato il documento “L’autocontrollo del Microclima nel settore della logistica”, a cura dello Spsal di Piacenza. Un documento - a cura di un gruppo di lavoro composto da Bernazzani Andrea, Corcagnani Lucia, Marzaroli Fabio, Nuvola Francesco, Pompini Alessandra – che, benchè non più recente, può portare ancora utili suggerimenti per la prevenzione dei problemi microclimatici.
Se i problemi relativi alla possibile mancanza di idonea impiantistica per affrontare i rischi microclimatici nel comparto logistico, possono comportare “un problema anche di salute per i lavoratori”, lo Spsal di Piacenza ha iniziato nel 2016 un piano mirato di controllo denominato “microclima nella logistica”. E in relazione a questo piano è stato anche diffuso e condiviso questo documento di autocontrollo. Un documento di autovalutazione che “viene messo a disposizione di tutti coloro che partecipano alla filiera degli appalti e alle altre figure coinvolte nella prevenzione dei rischi lavorativi in tale settore (committenti, appaltatori, consulenti, medici competenti, sindacati), per cercare di diffondere conoscenze e particolarmente di fornire uno strumento per individuare i fattori di rischio microclimatico presenti in azienda”.
Lo scopo della lista di controllo è quello di “garantire alle imprese l’individuazione e l’agevole reperimento delle informazioni sui principali obblighi e sui relativi adempimenti imposti dalla normativa”. E favorire l’attuazione di “un’efficace prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro del settore logistica”.
Riprendiamo dal documento una figura relativa al processo decisionale per la valutazione degli ambienti termici, una figura tratta dalla pubblicazione “dBA incontri 2014”:
Con riferimento al tema delle misure di prevenzione e protezione, il documento, dopo aver riportato la lista di controllo, ricorda che l’articolo 182 comma 1 del D.Lgs 81/2008 indica che “tenuto conto del progresso tecnico e della disponibilità di misure per controllare il rischio alla fonte, i rischi derivanti dall'esposizione agli agenti fisici sono eliminati alla fonte o ridotti al minimo. La riduzione dei rischi derivanti dall'esposizione agli agenti fisici si basa sui principi generali di prevenzione contenuti nel presente decreto”.
Il documento dello Spsal di Piacenza riporta poi un elenco non esaustivo di misure di prevenzione e protezione, che possono essere prese a riferimento anche in combinazione tra di loro.
Riprendiamo le misure che possono essere indicate per il periodo invernale.
Le misure tecniche:
Le misure organizzative:
Infine, le misure di protezione personale:
Concludiamo rimandando alla lettura integrale del documento, che riporta la lista di controllo e varie altre informazioni, ad esempio con riferimento al periodo estivo, e riportiamo l’indice:
LISTA DI CONTROLLO
1A-Locali
Riscaldamento- Raffrescamento
Spogliatoi e servizi
Locali di riposo
Illuminazione-Aerazione
2A-Valutazione del rischio
Valutazione dei rischi microclimatici estate-inverno
Misure di prevenzione e protezione e Procedure di lavoro
Formazione
Sorveglianza sanitaria
DPI
3A- Informazioni agli appaltatori
Informazioni dettagliate sul rischio microclima
4A-Cooperazione per attuazione delle misure di prevenzione e protezione
Sopralluogo preliminare
Referente dell’appalto
Attuazione dei provvedimenti e controllo
5A-Coordinamento delle misure di prevenzione e protezione
Indire e partecipare alle riunioni di coordinamento
Controlli
Revisioni ed adeguamenti in funzione dei rischi
1B- Valutazione del rischio
2B- Cooperazione per attuazione delle misure di prevenzione e protezione
3B- Coordinamento delle misure di prevenzione e protezione
4B- Integrazione delle misure di prevenzione e protezione
5B- DPI
Allegato 1
Allegato 2
Allegato 3
Allegato 4
Allegato 5
RTM
Articolo tratto da puntosicuro.it