05.04.2018
Il primo caso riguarda un infortunio avvenuto per la caduta da una copertura industriale.
All’esterno di una azienda, un consulente tecnico si trova su una copertura industriale in eternit, al fine del monitoraggio e della verifica conservativa della stessa.
Ad un certo punto, mentre cammina, mette accidentalmente i piedi su una lastra di plexiglass non distinguibile dall’esterno. La lastra cede immediatamente sotto il suo peso e lo fa precipitare per un’altezza di dieci metri.
Si sottolinea che il professionista, che riporta fratture multiple e trauma cranico, era salito personalmente sul tetto senza alcun sistema di ritenzione e/o attrezzatura di sicurezza per la caduta dall’alto.
Questi i fattori causali dell’incidente rilevati dalla scheda:
Anche il secondo caso riguarda un’attività su una copertura.
Un lavoratore riceve l’incarico da parte del datore di lavoro di recarsi sopra la copertura di un capannone, alto circa sei metri, per verificare le cause di una infiltrazione di acqua meteorica, onde programmare eventuali lavori di riparazione.
La mattina dell’infortunio con una scala portatile a pioli, il lavoratore sale sul tetto del capannone e mentre percorre alcuni metri sopra una trave per recarsi nel punto del tetto dove era presente l’infiltrazione, perde l’equilibrio e mettendo un piede sopra la copertura in eternit non calpestabile, cade a terra all’interno del capannone riportando fratture multiple.
L’evento infortunistico – continua la scheda di Informo - si è verificato “in quanto il lavoratore è salito sul tetto senza indossare la cintura di sicurezza e non era stato preventivamente predisposto un sistema di ancoraggio.
I fattori causali:
Il terzo caso riguarda un infortunio avvenuto in cantiere.
Un lavoratore si trova nel cantiere e sta togliendo con il padre ed il fratello due tavole d’impalcato in metallo installate a protezione contro la caduta nel vuoto sopra un'apertura orizzontale “ bocca di lupo”, ricavata davanti all’ingresso dell’abitazione per poi successivamente installare un telaio di ferro.
Mentre il padre con l’aiuto del fratello taglia con il frullino i fili di ferro che bloccano dette tavole alla griglia di ferro dell’apertura in questione, il primo lavoratore si appresta a spostare la prima tavola libera ma nell’alzarla e spostarla finisce nel vuoto dell’apertura cadendo da un'altezza di 3 m all’interno del cavedio del piano seminterrato procurandosi la frattura della gamba destra.
Questi i fattori causali rilevati:
PuntoSicuro ha presentato in questi anni una miriade di documenti, linee guida, linee di indirizzo, schede, check list, normative che hanno affrontato i rischi delle cadute dall’alto e hanno fornito informazioni sui dispositivi di protezione utilizzabili nei lavori in quota.
Riprendiamo a questo proposito il contenuto delle “ Linee Guida sui Dispositivi di Protezione Individuale”, curate del Servizio Prevenzione Sicurezza sui Luoghi di Lavoro dell’Azienda USL Roma H (ora Asl Roma 6), che entrano nello specifico della prevenzione con riferimento al Decreto legislativo 81/2008.
Nel documento si sottolinea che nell’allegato VIII del D.Lgs. 81/2008 si trova un elenco indicativo non esaustivo deiDPI di protezione anticaduta:
Inoltre è inserito un elenco indicativo non esaustivo delle lavorazioni che richiedono l’uso di DPI di protezione anticaduta:
Nell’allegato sono infine indicati, sempre in relazione ai dispositivi di protezione contro le cadute, le indicazioni specifiche relative ai rischi da coprire (impatto, disagio e impaccio nel lavoro, infortuni, invecchiamento dei DPI) e ai rischi legati all’impiego dell’attrezzatura (utilizzo insufficiente o inadeguato, non idoneità del DPI, cattiva manutenzione, …).
Nel prossimo “Imparare dagli errori” entreremo nel dettaglio delle varie tipologie di DPI anticaduta utilizzabili in relazione ai rischi dei lavori in quota.
Tiziano Menduto
Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 8461, 8103 e 4730 (archivio incidenti 2002/2015).