05.11.2018
Se il primo soccorso aziendale deve essere inteso come un processo integrato nel sistema di prevenzione e riduzione degli infortuni, “anche per il primo soccorso e per la redazione del relativo piano, la fonte informativa di base è il documento di valutazione dei rischi (DVR) che fornisce gli strumenti per identificare, valutare e gestire i possibili rischi e i danni che ne possono conseguire”.
A sottolinearlo e a soffermarsi sull’organizzazione aziendale del primo soccorso è il recente documento “ Il primo soccorso nei luoghi di lavoro”, elaborato dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (DIMEILA) dell’ Inail. Un documento che si propone come strumento didattico a “supporto sia dei lavoratori addetti al primo soccorso per una immediata consultazione, sia per i formatori”.
Il documento, realizzato da Bruno Papaleo, Giovanna Cangiano, Sara Calicchia e Mariangela De Rosa (Inail, Dimeila), si sofferma sull’importanza di utilizzare il documento di valutazione del rischio.
Infatti gli autori indicano che quando si organizza un piano di primo soccorso “è necessario tenere conto di:
Si ricorda che “le caratteristiche minime delle attrezzature di primo soccorso, i requisiti del personale addetto e la sua formazione, individuati in relazione all’attività, al numero dei lavoratori occupati ed ai fattori di rischio, sono individuati dal d.m. salute 388/2003, così suddiviso:
In particolare le aziende, ovvero le unità produttive, sono classificate in tre gruppi (A, B e C).
E se l'azienda o unità produttiva svolge attività lavorative comprese in gruppi diversi, “il datore di lavoro deve riferirsi all'attività con indice più elevato”.
Nel caso invece in cui l’azienda appartenga al gruppo A, “il datore di lavoro ha l’obbligo di darne comunicazione all'Azienda sanitaria locale competente sul territorio in cui si svolge l'attività lavorativa per la predisposizione degli interventi di emergenza del caso”.
Abbiamo visto, con riferimento al DM 388/2003, che dalla classificazione aziendale dipendono poi sia le attrezzature da collocare in azienda che le ore di formazione degli addetti.
Inoltre “il datore di lavoro in base ai rischi specifici, in collaborazione con il medico competente, individua e rende disponibili le attrezzature minime di equipaggiamento ed i dispositivi di protezione individuale per gli addetti al primo soccorso (art. 4 d.m. salute 388/2003)”.
Riprendiamo, in conclusione, le indicazioni sulla classificazione tratte dal Decreto del Ministro della salute 15 luglio 2003, n. 388 “Regolamento recante disposizioni sul pronto soccorso aziendale, in attuazione dell'articolo 15, comma 3, del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni”.
Nell’articolo 1 (Classificazione delle aziende) le aziende ‘ovvero le unità produttive sono classificate, tenuto conto della tipologia di attività svolta, del numero dei lavoratori occupati e dei fattori di rischio, in tre gruppi’.
Riprendiamo da una tabella del documento Inail la classificazione dei gruppi con riferimento anche alle ore di formazione e le attrezzature da collocare in azienda.
Partiamo dal Gruppo A:
Queste le ore di formazione e le attrezzature per il gruppo A:
Il Gruppo B comprende, invece, le “aziende o unità produttive con tre o più lavoratori che non rientrano nel gruppo A”:
Riportiamo le indicazioni su formazione e attrezzature anche per il Gruppo C, cioè per le aziende o unità produttive con meno di tre lavoratori che non rientrano nel gruppo A:
Ricordiamo che il documento Inail, che vi invitiamo a leggere integralmente, riporta ulteriori informazioni sul primo soccorso, sulle attrezzature necessarie, sulla formazione degli addetti e l’informazione dei lavoratori.
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, “ Il primo soccorso nei luoghi di lavoro”, a cura di Bruno Papaleo, Giovanna Cangiano, Sara Calicchia e Mariangela De Rosa (Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale), coordinamento scientifico di Bruno Papaleo, edizione 2018 (formato PDF, 23,06 MB).
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