14.02.2019
Nella pubblicazione “ Il primo soccorso nei luoghi di lavoro” - elaborata dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail – si sottolinea che nei luoghi di lavoro il predisporre delle misure di emergenza nei luoghi di lavoro che prevedano l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno (DAE) in caso di necessità, “conferisce un valore aggiunto per il sistema dell’emergenza aziendale”. E questo soprattutto negli ambienti di lavoro “in cui lo sforzo fisico e lo stress psico-fisico sono particolarmente importanti o dove sono presenti fattori di rischio per arresto cardio-circolatorio (elettricità, presenza di gas, contatto con determinate sostanze come il monossido di carbonio), oppure nei luoghi isolati, dove è più difficile che il soccorso avanzato arrivi in tempo, come impianti di perforazione, cantieri di costruzione, piattaforme marine ecc”.
Per favorire la conoscenza, nei lavoratori addetti al primo soccorso e nei formatori, di alcune basi del Basic Life Support – Defibrillation (BLSD), il documento si sofferma sulla sequenza di BLSD nell’adulto, sulla sequenza delle manovre da compiere per intervenire in caso di arresto cardiaco. Le indicazioni fanno riferimento a quanto riportato nelle linee guida dell’International Liason Committee on Resuscitation (ILCOR) e European Resuscitation Council (ERC) 2015. Senza dimenticare, tuttavia, che il documento è solo un supporto didattico e non sostituisce un corso di formazione che preveda delle esercitazioni pratiche, così come definito dall’art.45 del d.lgs. 81/2008 e dal d.m. salute 388/2003.
Nel documento Inail - a cura di Bruno Papaleo, Giovanna Cangiano, Sara Calicchia e Mariangela De Rosa (Inail) - si indica che nella sequenza del BLSD “alla valutazione di ogni singola funzione vitale fa seguito una specifica azione, secondo uno schema preciso”. E questa è una “procedura codificata a livello internazionale per valutare un soggetto che abbia subito una lesione o un malore. Proprio perché è una procedura codificata, evita al soccorritore di pensare a quale sia la causa scatenante dell’evento in questione, ma si concentra solo nel verificare le funzioni vitali della persona da soccorrere”. Inoltre la procedura “si attua allo stesso modo, sia in presenza di personale specializzato, sia di coloro che solo sporadicamente si occupano di soccorso”.
In questo senso il BLS non è la rianimazione cardiopolmonare, ma è “un sistema di valutazione composto da valutazioni ed azioni da attuare su chiunque”.
Riguardo alla sequenza si segnala che la prima cosa da fare, nel momento in cui si interviene per soccorrere un infortunato, è “valutare l’ambiente nel quale ci troviamo”.
Dunque prima di effettuare qualsiasi manovra di soccorso “è importante valutare che cosa è accaduto e la eventuale presenza di uno stato di pericolo, che può ulteriormente minacciare l’incolumità dell’infortunato e quella del soccorritore”. Senza dimenticare che a volte “il pericolo di incendio, gas, esalazioni di sostanze tossiche, la presenza di cavi elettrici ecc. può anche non essere immediatamente evidente”.
La raccolta di informazioni – continua il manuale – “può essere effettuata indirettamente con l’osservazione del luogo dell’incidente (presenza di fuoco, segni di crollo, odore di gas, presenza di cavi elettrici tagliati, carichi pericolanti, sopraggiungere di veicoli) e dell’infortunato (presenza di sangue, di schiacciamento, di ustioni), oppure direttamente attraverso la raccolta di notizie dai testimoni dell’evento o dalla stessa vittima (se cosciente)”.
Chiaramente è necessario che il soccorritore “non si esponga in alcun modo al pericolo, pena l’aumento del numero delle vittime e l’inefficacia dell’intervento”.
Inoltre la vittima “non va mai spostata dal luogo dell’incidente, a meno che non ci sia un pericolo imminente per il soccorritore e per l’infortunato. Solo in questo caso il soccorritore è autorizzato a spostarla, se da solo trascinandola per le gambe o facendosi aiutare dai presenti, mantenendo allineati testa, collo e tronco”. Nel documento è presente un capitolo che fornisce informazioni specifiche sulle manovre di mobilizzazione del traumatizzato.
Dopo aver valutato la sicurezza dell’ambiente, si deve, invece, valutare se il soggetto è cosciente, “effettuando velocemente i seguenti passaggi:
Si indica che “se l’infortunato risponde, anche in maniera poco orientata con parole inappropriate o confuse, significa che è cosciente, cioè che respira e il cuore batte. Non è infatti possibile alcun livello di coscienza se si è in arresto cardiorespiratorio. Lasciando l’infortunato nella posizione in cui è stato trovato, si può procedere alla valutazione di ciò che è accaduto, alla richiesta di informazioni al ferito o ai presenti, avendo cura che non corra ulteriori pericoli e controllando ogni tanto che la situazione non si modifichi”.
Se invece l’infortunato “non dà nessun segno di risposta significa che non è cosciente, pertanto occorre procedere” come indicato successivamente nella sequenza.
Nella sequenza sono comprese altri tre momenti:
Riguardo alla valutazione del respiro “se in un intervallo di tempo di 10 secondi non si osservano almeno 2 atti respiratori normali si può concludere che l’infortunato è in arresto respiratorio e, di conseguenza, cardiaco. È possibile che in caso di arresto cardiaco siano presenti movimenti toracici (chiamati ‘gasping’) inconsulti, scoordinati e inefficaci (tentativi di respiro, sussulti, rantoli, boccheggiamento). Essi non vanno assolutamente confusi con un’attività respiratoria normale, ma anzi sono il segno di una situazione di estrema gravità”.
Il documento ricorda poi che nel soccorritore non sanitario “non è prevista la palpazione del polso carotideo per l’accertamento della presenza del circolo. Questo perché, in condizioni di grave ipotensione, la palpazione del polso carotideo può dare luogo ad errori. Pertanto questa manovra è riservata ai soli soccorritori sanitari”.
E dunque per i non sanitari vale l’equazione: “assenza di coscienza + assenza di respiro = arresto cardiorespiratorio”.
Si indica che se il soggetto respira “non si dovrà procedere alla rianimazione, ma si dovranno comunque mantenere le vie aeree libere attraverso l’estensione della testa, oppure posizionare il soggetto in posizione laterale di sicurezza. Se invece il soggetto non respira è necessario:
Un breve resoconto delle manovre da effettuare:
Rimandiamo, infine, alla lettura integrale del documento che, con l’aiuto di diverse immagini esplicative, fornisce informazioni sugli altri passaggi della sequenza BLSD nell’adulto:
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, “ Il primo soccorso nei luoghi di lavoro”, a cura di Bruno Papaleo, Giovanna Cangiano, Sara Calicchia e Mariangela De Rosa (Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale), coordinamento scientifico di Bruno Papaleo, edizione 2018 (formato PDF, 23,06 MB).
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