31.10.2018
Quello che abbiamo visto sono stati tanti stand, tanti seminari, tanti convegni dove si parlava di sicurezza, tanti D.P.I., tante attrezzature sicure, però qualche “sfumatura” ha attirato l’attenzione:
Ma le cose che hanno più colpito SICURELLO.no sono state un paio di pubblicità all’interno dei padiglioni
Senza nulla togliere agli aspetti marketing di chi ha promosso queste campagne pubblicitarie, forse una riflessione sul mercato della formazione è necessario farla. Se pensiamo al cantiere all’esterno del padiglione, al posizionamento degli estintori ed alla formazione “un tanto al chilo”, il risultato non può che essere quello dell’abbassamento della qualità della formazione con i risultati che purtroppo tutti conosciamo.
E la conclusione non può che essere: “Alla fiera dell'est per due soldi un attestato mio padre comprò…” l’importante è l’attestato, tutto il resto non conta.
Al di là delle immagini presentate e dei corsi sottesi, di cui non sappiamo nulla, ricordiamo che un documento della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP) ha denunciato qualche anno fa le “ampie zone di elusione e/o evasione degli obblighi normativi relativi alla formazione, con il frequente ricorso a soluzioni di mera apparenza, il rilascio di attestati formativi di comodo e/o al seguito di procedure meramente burocratiche e prive di contenuti reali”. E noi Sicurelli – come voi – siamo curiosi e ci chiediamo: "Per quali motivi un imprenditore accetta proposte poco trasparenti o, a volte, illegali di corsi sulla sicurezza inesistenti che producono solo un attestato che potrebbe non avere valore o talvolta addirittura falso?"
Di solito per quattro motivi:
E SICURELLO.no chiede: “Ma tu, datore di lavoro, che non solo accetti ma talvolta addirittura richiedi un falso attestato per un corso mai svolto sei un incosciente o sei un disperato?”
Per quale motivo? Beh, nel migliore dei casi – se tu dovessi subire un controllo – l’organo di vigilanza fa finta di nulla e ti accusa solo di non aver fatto il corso, il che significa fino a 4 mesi di reclusione e circa 5.700 euro di sanzione. Se va male, una denuncia per falso in atto pubblico ma – se va ancora peggio e succede qualcosa al tuo lavoratore, è omicidio colposo. Non credere poi che al Giudice basti il pezzo di carta…
I più recenti protocolli di sorveglianza dei nuclei ispettivi dei Carabinieri (sì, sì: anche i Carabinieri fanno controlli in questo ambito) prevedono una verifica della regolarità degli attestati emessi: non è più come una volta, quando bastava mostrare un qualsiasi pezzo di carta…
Ma a SICURELLO.no viene in mente un’altra domanda: “ma allora per quale motivo invece un Ente di formazione rilascia attestati fasulli?” Beh, il motivo principale non è difficile da immaginare…
Ma se tu, Formatore o Ente di formazione rilasci attestati falsi non solo il tuo comportamento è grave ed ha conseguenze penali, ma è eticamente riprovevole perché educhi il tuo cliente a “non-fare”. Il rischio è che troverai sempre qualcun altro che offre corsi farlocchi come quelli che (non) fai tu… ma facendo pagare ancora meno.
SICURELLO.si consiglia quindi ai datori di lavoro di pensare alle responsabilità che hanno nei confronti dei lavoratori e alle possibili conseguenze (sia patrimoniali che penali) e di essere consapevoli che affidarsi a professionisti effettivamente abilitati a tenere corsi per la sicurezza sul lavoro è un investimento di importanza basilare per far crescere quel patrimonio di sensibilità, competenze e comportamenti consapevoli e responsabili che è il vero capitale umano delle loro aziende.
Geom. Stefano Farina, Consigliere Nazionale AiFOS e Referente Gruppo di Lavoro Costruzioni di AiFOS.
Dott. Wolfango Horn, RSPP ARPAE EMILIA ROMAGNA – Sezione di Bologna
Fonte: SICURELLO.no: l’evidenza dei mancati infortuni.