15.07.2021
Un rapporto aggiorna le indicazioni sulla trasmissione del SARS-CoV-2 e riporta nuove raccomandazioni sulla sanificazione. Focus sulla diffusione aerea del SARS-CoV-2 e sui principali rischi di trasmissione.
Roma, 23 Giu – La diffusione della pandemia relativa al virus SARS-CoV-2 ha mostrato, in situazioni emergenziali e di fronte ad un nuovo virus, come l’atteggiamento scientifico sia soggetto a evoluzioni e modifiche in base alle evidenze, in base ai risultati dei tracciamenti dei contagi, delle vaccinazioni, dell’andamento dell’emergenze sanitarie nei vari paesi.
Per questo motivo è necessario, anche a livello comunicativo, cercare di cogliere questi cambiamenti mostrando quali siamo le nuove indicazioni scientifiche e le posizioni degli organismi internazionali sulla trasmissione del SARS-CoV-2.
Solo una buona conoscenza di come il virus e il COVID-19 si trasmettono e si diffondono può aiutarci a mettere in atto, nei luoghi di lavoro e di vita, le migliori strategie di prevenzione e contenimento.
Per questo motivo torniamo oggi a parlare del recente Rapporto n. 12/2021 dell’Istituto Superiore di Sanità ( ISS) “ Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: ambienti/superfici. Aggiornamento del Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020. Versione del 20 maggio 2021”. Un Rapporto che, aggiornando quanto indicato nel 2020, riporta indicazioni tratte dalle più recenti evidenze scientifiche relative alla trasmissione del SARS-CoV-2 e, alla luce delle disposizioni normative vigenti, fornisce indicazioni sulle procedure e sui sistemi di sanificazione/disinfezione per la sanificazione degli ambienti di strutture non sanitarie.
Ci soffermiamo oggi proprio sulle indicazioni relative alle nuove conoscenze sul nuovo coronavirus, soffermandoci sui seguenti argomenti:
Il Rapporto ISS COVID-19 n. 12/2021 - a cura di Rosa Draisci, Leonello Attias, Lucilla Baldassarri, Tiziana Catone, Raffaella Cresti, Rosanna Maria Fidente, Ida Marcello, Giorgio Buonanno e Luigi Bertinato – si sofferma dunque sulle evidenze scientifiche in merito alla trasmissione aerea del SARS-CoV-2.
Si indica che la trasmissione per via aerea “rappresenta una delle tre vie di contagio dell’infezione da SARS-CoV-2”.
Oltre alla “trasmissione indiretta da contatto con le superfici” (con riferimento ai “fomiti”, cioè ai vari oggetti inanimati, vettori passivi che esposti a microrganismi patogeni possono poi trasferire una malattia infettiva a un nuovo ospite) e a quella “diretta attraverso le goccioline grandi (droplet, diametro superiore a circa 100 μm) soggette dalla gravità unicamente a traiettorie balistiche”, c’è evidenza scientifica di “trasmissione attraverso l’aerosol (goccioline di diametro variabile da frazioni di micrometri a circa 100 μm) che, anche a causa della evaporazione in ambiente, riescono a galleggiare in aria un tempo sufficiente per essere inalate anche a distanza dalla fonte (soggetto) che le ha emesse”.
In particolare l’emissione di aerosol “avviene a seguito di generazione dai bronchioli durante la semplice respirazione e per atomizzazione in corrispondenza delle corde vocali e della bocca nel caso di soggetto che parla, tossisce o starnutisce. Oltre all’attività respiratoria, anche l’attività metabolica del soggetto influisce sulla quantità di carico virale emesso”.
Inoltre – continua il Rapporto – “poiché come per gli altri agenti patogeni la concentrazione di carica virale tende a crescere nel passare dai droplet all’aerosol (e quindi al diminuire delle dimensioni della gocciolina) ad oggi la via aerea viene ritenuta una via rilevante di contagio”.
E tale trasmissione aerea “può riguardare tre differenti dinamiche:
Riprendiamo dal Rapporto una figura in cui sono rappresentate le diverse dinamiche di trasmissione delle goccioline respiratorie in funzione delle loro dimensioni.
Si segnala che le concentrazioni più elevate di carica virale “sono presenti in prossimità di un soggetto infetto, tuttavia i contagi da SARS-CoV-2 si possono verificare anche a distanze maggiori attraverso l’inalazione di particelle cariche di virus trasportate dall’aria in spazi interni non correttamente aerati, condivisi con individui infetti”.
Riguardo alla posizione degli organismi internazionali sulla trasmissione del SARS-CoV-2 (ogni indicazione nel Rapporto è supportata dal riferimento alla fonte) si riconosce dunque nella trasmissione per via aerea una modalità significativa di diffusione del virus.
Si indica poi che l’esposizione ai fluidi respiratori “avviene in tre modi che non si escludono a vicenda:
E il rischio di infezione da SARS-CoV-2 “varia a seconda della quantità di virus a cui una persona è esposta e diminuisce all’aumentare della distanza dalla sorgente e del tempo trascorso dall’espirazione”.
Inoltre i fattori principali che determinano “la quantità di virus a cui una persona è esposta nell’aria o toccando una superficie contaminata dal virus, sono:
Si è poi evidenziato che il rischio di contagio attraverso i droplet o attraverso la via aerea “prevale rispetto a quello mediante contatto con le superfici o oggetti contaminati (fomiti)”.
In particolare – continua il rapporto - il rischio di trasmissione mediante fomiti “dipende da molteplici fattori, quali:
Dunque la probabilità che tali fattori si combinino tra loro “per dar luogo a una efficiente trasmissione del SARS-CoV-2 è alquanto bassa. Inoltre da studi condotti per valutare il rischio di trasmissione del SARS-CoV-2 attraverso fomite, risulta che il contagio è generalmente inferiore a 1 su 10.000 (cioè un singolo contatto con la superficie contaminata ha una probabilità inferiore a 1 su 10.000 di causare un’infezione)”.
Riguardo poi al meccanismo di trasmissione del SARS-CoV-2 mediante aerosol si segnala che nel marzo 2021 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nella linea guida tecnica “ Roadmap to improve and ensure good indoor ventilation in the context of COVID-19”, “ha riportato indicazioni in merito alla ventilazione all’interno degli edifici per migliorare la qualità dell’aria riducendo il rischio di diffusione del virus negli ambienti interni”.
Concludendo, “anche secondo quanto riportato da organismi internazionali:
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Draisci R, Attias L, Baldassarri L, Catone T, Cresti R, Fidente RM, Marcello I, Buonanno G, Bertinato L., “ Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: ambienti/superfici. Aggiornamento del Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020. Versione del 20 maggio 2021”, Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2021 - Rapporto ISS COVID-19, n. 12/2021 (formato PDF, 1.96 MB).